Se c'è un miele che sottolinea l'unicità della sua origine, è il miele millefiori. In un selvaggio mix di tanti fiori diversi, da cui difficilmente si filtra un nettare predominante, il miele millefiori rappresenta un ritratto del gusto del suo territorio.
Il Millefiori è il manifesto alla propria unicità che tale miele vuole presentare al mondo.
Il messaggio che lancia è in contraddizione a quel che di lui sempre si dice: "Mi dia il classico milleifiori". Lui, con la sua stravaganza, mai uguale e mai con lo stesso vestito, dice a tutti che è "unico, irripetibile, non sempre disponibile".
Questo miele è la poesia delle vallate del Trentino in primavera quando per quel flebile periodo tutto si tinge di giallo. Laboriose le api, fra i labirinti di melo raccolgono il nettare prezioso dal sapore deciso e dal colore dorato e presto reso opaco dalla cristallizazione.
Per via del suo particolare aroma, il suo sapore va a nozze con taglieri di formaggi di capra di media e lunga stagionatura accompagnati, nel migliore dei casi con un bel bicchiere di vino rosso della valle dell'Adige.
E' una fragranza di erbe aromatiche dal sapore delicato, che trova il suo posto la sera in una tazza di tisana calda rilassante di erbe alpine. Il miele di tiglio ha una bellissima cristallizzazione biancastra, pallida che regala tranquillità.
Le proprietà balsamiche di questo miele regalano sollievo durante l'inverno.
Nella mia mente, la personificazione di questo miele risiede in una ninfa che timidamente si nasconde in un tiglio secolare vicino all'abitato di Castellano, ai pendii del Monte Stivo.
Personaggio curioso nella scena dei mieli monofloreali. Dal profumo intenso di sottobosco, chiudendo gli occhi ricorda i margini del bosco di un pascolo di vacche di montagna.
Per via del suo particolare gusto pungente, tannico e tendente all'amaro predomina la scena abbinato a dolci ottenuti da prodotti caseari come la ricotta o la panna cotta.
Ricco di sali minerali è molto apprezzato nella colazione degli sportivi abbinato con yogurt fresco o semplicemente spalmato sopra una fetta di pane nero con semi di girasole.
La regina dei mieli a volte lascia gli apicoltori di tutto il nord italia a desiderare poiché la pianta, la robinia pseudoacacia fiorisce fra aprile e maggio, ma purtroppo non sempre il meteo in quel periodo è favorevole e capita spesso che piova sui fiori compromettendo il raccolto delle api.
E’ in assoluto il miele più apprezzato per la sua dolcezza fine e setosa e la sua quasi assente cristallizazione. Abbinato a dei dolci a base di frutta viene accentuata la sua dolcezza.
La melata in verità non viene raccolta sui fiori di qualche particolare pianta, ma proviene da varie origini botaniche sia arboree che erbacee. Questo è sicuramente il miele adatto agli sportivi poiché ricco di sali minerali e soprattutto potassio. Il suo aroma è intenso e penetrante e il gusto ricorda lo zucchero caramellato.
Tendenzialmente è un miele a cui non piace cristallizzare ed anzi ama il suo colore nero caffè, ma se dovesse esserci presente al suo interno qualche contaminazione di fioriture concomitanti allora e solo allora darebbe il via ad una cristallizazione fine di colore tendente al caffèlatte.
Siate avvertiti, e se dovesse diventare anche una vostra abitudine non datecene la colpa: colato a filo sul gelato è un capolavoro.
Quando fiorisce all’inizio della primavera colora le montagne di bianco pallido con la sua fioritura. Le api, risvegliate dalla primavera e stanche del lungo inverno ne vanno letteralmente matte. Il miele di ciliegio conserva un sapore di frutta e un colore tendente all’arancio ma con riflessi rosati. La sua cristallizzazione è fine e quasi cremosa, ottima per essere spalmata su una fetta di pane.
Albero maestoso e dalla fioritura stupenda e profumata. Fra le gioie che un apicoltore conserva nei suoi occhi e nella mente ci sono i filari di mandorli in piena fioritura verso la fine di febbraio e inizio marzo, e ovviamente le sue api che ne impollinano i fiori e ne raccolgono il nettare.
E’ la prima fioritura considerevole dell’anno e il frutto si raccoglie verso la fine di agosto e l’inizio di settembre. Personalmente ho consigliato a molti amici di piantare un mandorlo vicino a casa per poterne godere della bellezza dopo un grigio e freddo inverno.
Il miele che ne deriva ha un profumo molto delicato e un sapore subito dolce al palato ma che lascia un retrogusto di buccia di mandorla amara sul finire.
Il suo nome è un elogio ai mieli di alta quota: Multiflora Alpina viene prodotto in montagna, punto.
In montagne il tempo è rigido e può facilmente variare compromettendo la produzione di un intero raccolto. Ma il risultato è sempre sorprendente. Questa è una selezione di mieli dalle caratteristiche speciali, alpine! Nel vasetto non ci finisce solo il miele, il lavoro delle api e dell’apicoltore: ma tutto il paesaggio circostante. Gli infiniti prati in fiore, la melata delle resinose, gli spini e i lamponi che ricoprono il sottobosco.
Il suo sapore varia dalla zona di produzione e dalla flora in esso catturata che può variare da una decisa melata di abete a un delicato rododendro colorito di nettare di lampone.
Il miele non è mai lo stesso, tutto dipende dal clima e dalla generosità nettarifera dei fiori. Molto dipende anche dall'apicoltore che sposta le api sulle diverse fioriture e ne seleziona i
favi. Pensate che in Australia ho incontrato un miele che si riesce a fare, clima permettendo, una volta ogni quattro anni ed è rosso ambrato come una resina.
In questa sezione vorremmo dedicare spazio a mieli di selezione italiana di fioriture particolari. Fiori che lungo l'Adige o sulle Alpi difficilmente troveremo per incompatibilità di clima. Io
credo che se si riuscisse a fare una selezione di mieli dal Mondo ce ne sarebbero a centinaia..solo nella nostra Italia se ne contano almeno una ventina. Lo sapevate che in Nepal le api producono
un miele da una pianta della famiglia del rododendro che ha persino proprietà allucinogene?
Sebbene la pianta venga coltivata come pianta ornamentale anche al nord e preferibilmente in vaso questo limitato numero di piante e la loro coltivazione a macchia di leopardo non ne consentono una produzione di miele mono floreale.
La coltivazione dell’arancia e degli agrumi in Italia è trainata dalla regione Sicilia dove il clima ne favorisce la crescita a livello di coltivazione per produzione e consente alle api degli apicoltori della zona di ricavarne un ottimo miele dal sapore agrumato, floreale e delicato, talvolta pungente.
Miele che ricorda il sapore delle caramelle al latte della nonna o il crème caramel. Un miele che si presenta allo stato liquido ambrato e con cristallizzazione veloce ma morbida e cremosa.
Un miele adatto a palati fini più propensi a sapori dolci e particolari.
Sino a 100 anni fa il miele di Eucalipto in Italia era cosa sconosciuta. E’ stato durante l’era fascista che la sua coltivazione ha preso piede poiché il suo legno sarebbe stato destinato alla produzione di carta, progetto poi abbandonato. Questa pianta però, dalle radici molto resistenti e salde è stata comunque mantenuta e naturalizzata soprattutto attorno ai fiumi e alle ferrovie per saldarne il terreno. Proveniente dall’Australia l’Eucaliptus, in diverse varianti è presente in Italia e regala abbondanti produzioni di miele dal sapore balsamico, come il suo olio essenziale presente soprattutto nelle foglie.
Luigi Vettori
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